Sarà visitabile sino al 7 marzo, negli spazi di ArtGarage, a viale Bognar 21 (Pozzuoli), la mostra “Il teatro della strada” del fotografo Umberto Lucarelli. L’evento, che rientra nel cartellone FotoArtinGarage, rassegna fortemente voluta dall’Associazione Culturale Occhio Blu e coordinata da Gianni Biccari, celebra il fascino senza tempo dell’ottava arte.
La fotografia di Umberto Lucarelli si concentra sulla cattura di momenti spontanei e autentici della vita quotidiana. Con un approccio documentaristico, non scevro pur tuttavia da un tocco poetico quasi neorealista, l’artista offre una finestra sulla società, rivelando storie, emozioni e interazioni umane re-immaginate poi da chi osserverà gli scatti.
Attraverso il suo occhio attento, Lucarelli riesce a immortalare l’essenza della vita urbana, portandoci a riflettere sul tempo, sul valore della memoria e sulla gioia di vivere, non senza una velata ma palpabile ironia, cifra presente in molti dei suoi scatti.
Come l’artista ha ricordato durante la mostra, la fotografia di strada affonda le sue radici nel XIX secolo e prosegue con pionieri come Henri Cartier-Bresson, che introdusse il concetto di “momento decisivo”, un’idea secondo cui il fotografo deve essere pronto a cogliere un attimo unico e irripetibile, fino ad arrivare al genio di Alex Webb, fotografo contemporaneo statunitense famoso per il suo uso del colore e per le composizioni stratificate, che spesso includono più elementi e soggetti in una singola immagine. Una lezione, questa, che ritroviamo anche negli scatti di questa interessante mostra, dove, inoltre, non mancano ulteriori riferimenti colti e suggestioni intense che rendono tributo, ad esempio, ad Alfred Stieglitz, altro grande pioniere dell’ottava arte, la cui carriera artistica si sviluppò in un contesto di innovazione e cambiamento. Fondatore della rivista Camera Work, pubblicata per la prima volta nel 1903, Stieglitz dedicò un’attenzione quasi maniacale alla selezione delle immagini, che dovevano sempre trasmettere emozioni e significati profondi. Proprio quello che oggi fa il fotografo campano Umberto Lucarelli.
“Il teatro della strada” si rivela quindi un viaggio attraverso le sfumature della quotidianità, catturando istanti effimeri, sì, ma che raccontano storie profonde, insolite talvolta e universali.
Due scatti in particolare colpiscono per la loro forza espressiva e il contrasto che creano. Il primo ritrae la silhouette di donna avanti con gli anni che stringe un cesto deliziosamente vintage, avvolta in un’aura di malinconia. Quest’opera evoca la giostra del tempo, invitando lo spettatore a interrogarsi sulla storia di quella signora: quali sogni e quali ricordi porta con sé?
La composizione ci restituisce non solo un’immagine, ma un’intera vita e un mondo forse perduto, lasciando un’impronta emotiva duratura in chi ammira la foto. In netto contrasto con quest’ultima, l’immagine di due ragazze che mangiano una pizza davanti al mare, mentre un ragazzo si tuffa nel golfo di Napoli senza paura, in una giornata qualunque e forse proprio per questo bellissima, uno scatto che sprigiona un’energia vivace e spensierata.
Qui, il fotografo è riuscito a rappresentare l’essenza della gioventù: la piccola gioia di un pranzo estivo, l’amicizia e la bellezza caduca del presente. Questi due scatti, pur essendo così diversi, si completano a vicenda, offrendo una riflessione sulla dualità dell’esperienza umana: la malinconia e la felicità, la memoria e il presente.
La fotografia di strada non è solo un modo per immortalare momenti “ordinari”, è anche un potente strumento narrativo e civico. Che si sia trattato di catturare un sorriso, un momento di solitudine o una folla in movimento, ogni scatto di Umberto Lucarelli porta alla ribalta temi che ci riguardano tutti come l’urbanizzazione selvaggia, l’ineguaglianza sociale, la cultura e le dinamiche interpersonali.
La mostra è altamente consigliata dalla kokeshi non soltanto per gli amanti della fotografia, ma per chiunque desideri soffermarsi sul nostro complesso tempo. Interiore e non.
Umberto Lucarelli, smessi i panni dell’artista corsaro, è magistrato presso il Tribunale dei Minori di Napoli. Nei ritagli di tempo, occupato da lavoro e famiglia, in una dimensione sospesa tra realtà feroce e atmosfere d’altri tempi, trova così spazio il suo impegno artistico.