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Hazel ha un dono sinistro, inspiegabile. Può viaggiare in modo incontrollato tra le dimensioni, tra realtà alternative. Tutte ugualmente vere. E ugualmente false. Una condanna, una beffa ordita dallʼUniverso, che porta la protagonista del libro a svegliarsi in luoghi e tempi sempre diversi. Come nel 1996, quando la Terra ha ormai le ore contate a causa dei cambiamenti climatici e di una pioggia di asteroidi che colpirà il pianeta, annientandolo inesorabilmente. Per Hazel, invece, è soltanto lʼinizio di un altro sogno. O forse di un nuovo incubo. Nellʼassordante silenzio di un circolo vizioso destinato a ripetersi, fra visioni di morte e macabri personaggi sovrannaturali, lʼimminente fine del mondo diventa, così, il pretesto per la creazione di un romanzo che attraversa diversi generi letterari e che analizza le mille sfaccettature della natura umana. Fallace, disordinata, egoista, predatrice e, pur tuttavia, capace ancora di inaspettati slanci di generosità. In questo scenario apocalittico, si muove unʼumanità decadente e sbandata, proprio come lo sono i ragazzi che Hazel incontrerà lungo il suo cammino e a cui si unirà per un ultimo, disperato, viaggio on the road attraverso la peccaminosa, perversa, contraddittoria, America. Ma è davvero la fine di tutto o è semplicemente il racconto, la narrazione, di una mente malata, di una bugiarda patologica? Ai lettori il compito di scoprirlo, sfogliando le pagine di un testo insolito, spiazzante, feroce, dove ogni cosa è al contempo veritiera e ingannevole. Persino il nome della protagonista.

Da queste premesse e suggestioni metafisiche, prende l’avvio il romanzo della giovanissima Elena Piscopo, autrice del libro “Il silenzio dell’Universo”, edito da Graus e vincitore della prima edizione del contest  radiofonico “A TUTTO… VOLUME” in collaborazione con Radio Punto Nuovo.

Laureata in Psicologia, Elena Piscopo è nata a Napoli, nel 1998. Lettrice accanita, amante della buona musica e appassionata di cinema, trova da sempre nella scrittura sollievo ed estasi.

Ciao Elena, parlaci un po’ di te. Raccontaci, soprattutto, del tuo esordio. Come sei venuta a conoscenza del contest radiofonico di Radio Punto Nuovo e quali sono state le sfide più difficili e le tue più grandi soddisfazioni legate a questo romanzo?

Ciao Eleonora,in primis grazie per questa intervista. Sono venuta a conoscenza di questo concorso attraverso una pubblicità sui social, sono sempre stata molto timida e riservata sulla scrittura, difficilmente in passato facevo leggere qualcosa di me, ma all’epoca ero in un periodo un po’ turbolento e presa un po’ dalla rabbia decisi di partecipare, un po’ per zittire la timidezza.

Sicuramente la sfida più difficile è stata lasciarmi andare, permettere a questo romanzo, alla mia scrittura di uscire, mostrarsi e farsi sentire e averlo realizzato è sicuramente la soddisfazione più grande oltre alla vittoria e pubblicazione, un grande sogno realizzato.

Onirica, ammaliante, introspettiva, lʼopera, con le sue atmosfere apocalittiche, sempre in bilico tra verità e illusione, induce riflessioni profonde sul senso della vita e sulla natura fallace dellʼessere umano. Quali sono i tuoi riferimenti letterari?

Sicuramente l’influenza di Joyce con il suo flusso di coscienza mi ha ispirato per la forma del libro, sono sempre stata, inoltre, molto affascinata dal pensiero del sociologo Zygmunt Bauman e di queste identità liquide disperse, frammentate a favore di una collettiva globale che ti fa perdere la tua individualità, un pensiero che rappresenta molto la mia generazione oggi. Inoltre, c’è anche un grande trasporto cinematografico con opere come il grande cult Trainspotting di Danny Boyle, l’emblematico Donnie Darko di Richard Kelly, il suggestivo Requiem For a dream di Dream Hubert Selby Jr e infine l’introspettivo Mr Nobody di Jaco Van Dormael, film che ho sempre adorato durante la mia adolescenza.

Nel libro affronti il tema della fragilità e delle ferite dell’animo. Vuoi dirci qualcosa in più sulla protagonista?

La protagonista, Hazel, non è una bella persona, non rientra nella definizione di “eroina” e neanche di “anti-eroina” è semplicemente sé stessa, fragile, umana e imperfetta. Ho sempre detto che il mio obiettivo non è quello di far piacere, difendere, i personaggi e le loro storie ma semplicemente di portare il lettore ad interrogarsi e comprenderle in minima parte. Hazel è una personalità bilico tra il desiderio di vivere, la rabbia di ciò che la condanna e la fuga da tutto attraverso la morte. È bugiarda, contraddittoria e codarda, così dispersa in ciò che la condanna che ritiene di non aver diritto neanche a un riflesso. Una persona che al tempo stesso, in profondità, gode della tua posizione perché sicuramente è molto più facile non scegliere ma abbondonarsi agli eventi. È sicuramente una persona che durante la storia verrà messa in constante conflitto con sé stessa, sfidata nel dimostrarsi chi è davvero e nel vedersi.

Come sono maturate in te queste tematiche, al di là dei topoi del genere?

Più che maturare, credo siano venute fuori semplicemente crescendo e osservando ciò che c’è intorno. Siamo figli della cultura del tempo, della superiorità dell’uomo dove tutto ci è possibile, ci è dovuto e di un perbenismo estremo in cui è vietato mostrarsi individualmente. Un tempo che ci opprime rendendo tutto più flebile e dispersivo, ma per quanto difficile cerco sempre di non perdermi con uno sguardo sempre a ciò che mi circonda.

Domanda infingarda di rito: secondo te potrebbero esistere davvero mondi paralleli e realtà alternative? E in uno di queste, tu chi saresti?

Mi piace pensare che siamo neanche l’1% dell’universo, ci sono cose inspiegabili che vanno oltre a tutto ciò che è inimmaginabile; quindi, chissà…ho questa umana speranza che possa essere così.

Sembra strano ma in una realtà parallela vorrei non essere nessuno, mi basta questa realtà e sono troppo legata alla me stessa attuale per vedermi diversa ma se tipo dovessi pensare a una realtà del libro, sicuramente credo che sarei Lauren, vorrei avere la sua meschina e falsa leggerezza.

Prossimi progetti? Le anticipazioni sono sempre gradite alla kokeshi.

Allora è un periodo dove sto riscoprendo me stessa attraverso la scrittura, in particolare mi sto avvicinando alla poesia e un po’ ai monologhi. Mi piacerebbe utilizzare la scrittura per creare connessione e dar forza ai miei ideali, vorrei che fosse un grido umano ma soprattutto sociale. Ci troviamo in un’epoca difficile e ora più che mai noi giovani dobbiamo combattere perché possiamo usare qualunque mezzo per salvare il nostro futuro. Per quanto riguarda il futuro del libro, sono ancora in incerta ma stavo abbozzando un pensiero, in futuro chissà…

E allora in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e che la forza benefica della kokeshi sia sempre con te.

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