Ersilia Di Palo è una docente da sempre appassionata studiosa della storia del nostro vituperato Meridione. Oggi, torna in libreria con “La mia Eleonora tra storia e mito”, un importante saggio pubblicato dalla casa editrice “La valle del tempo”.
Il volume vuole essere un sentito omaggio alla straordinaria vita di Eleonora Pimentel Fonseca e alla sfortunata esperienza del 1799 che, pur nel suo tragico epilogo, ha lasciato segni indelebili e un’eredità culturale pregnante.
Come scrive il prof. Guido D’Agostino nella sua prefazione: “Colpisce il modo in cui Esilia Di Palo ha affrontato la descrizione e la ricostruzione della vicenda biografica di Eleonora Pimentel Fonseca per la cura e l’attenzione che vi ha posto, rievocandone con il cuore e con la mente la sequenza appassionante di tanti momenti essenziali. Le origini portoghesi, il trasferimento a Napoli, le prime fasi di studi e di applicazioni intellettuali, il cimento con la poesia, la conoscenza e frequentazione dei più bei nomi dell’intellettualità, locale e non, del suo tempo. Ma, anche, episodi infelici o tristi della vita privata, gli iniziali buoni rapporti con la dinastia borbonica regnante, fino alla conversione del proprio apparato ideologico in direzione opposta, in ragione del maturato convincimento in senso repubblicano-popolare e dunque la rottura politica e culturale con la Corte, l’adesione alla straordinaria etica ed epica del giacobinismo”.
Quello che preme all’autrice è dunque trasmettere alle nuove generazioni, con un linguaggio semplice e immediato, il ricordo imperituro di una figura straordinaria.
Emerge in queste pagine un ritratto genuino e rigoroso dal punto di vista della ricostruzione storica che avvince ed emoziona. Il testo fornisce una biografia esaustiva della marchesa Eleonora Pimentel Fonseca che ebbe dal governo repubblicano la direzione del ‘Monitore Napoletano’, l’organo e strumento di propagazione di idee e attività a sostegno del popolo in vista di una sinergia che resterà utopia consegnando, di fatto, la caparbia Eleonora alla tragica storia che verrà.
Ersilia Di Palo si sofferma sul suo coraggio di Donna, definendo Eleonora un’ antesignana delle femministe, sui rapporti coniugali tumultuosi e sulla rottura della sua amicizia con la regina Maria Carolina, su quelle meschinità e piccole rivalità che la videro in lotta estenuante con le sorelle del marito, che tanto contribuirono alla fine dell’unione, al dramma dei figli morti (pagine molto belle del volume sono dedicate, inoltre, all’eccellenza medica campana grazie alla quale sopravvisse ad un aborto spontaneo spaventoso).
Ersilia Di Palo accoglie così i versi di Virgilio pronunciati prima di salire sul patibolo da Eleonora: “Forsan et haec olim meminisse iuvabit”.
Sì, un giorno gioverà ricordare tutto questo.
Perché la Storia non può essere dimenticata o manipolata.
Sarebbe perciò sbagliato ritenere che questo testo sia di parte perché la dichiarata simpatia dell’autrice per la marchesa non deforma l’oggettività del suo studio sottolineando in più passaggi del presente lavoro anche gli errori dei repubblicani, fra i quali quello di non aver saputo accattivarsi il sostegno dei contadini e più in generale del popolo, malgrado l’azione di carattere pedagogico e culturale portata avanti da Eleonora.
Come scrive la Di Palo: “Eleonora è vissuta in un periodo storico in cui Napoli si confermava una delle capitali europee, attenta alle sollecitazioni illuministiche, filosofiche e giuridiche. Le opere del Vico, del Giannone, del Genovesi, del Filangieri avevano dato a Napoli un grande impulso alla cultura. La cultura illuministica mentre era impegnata in una sistematica opera di smantellamento dei pregiudizi, faticava a rimuovere uno dei più diffusi e generalizzato pregiudizio, quello dell’inferiorità della donna. In sostanza quel progresso culturale, di cui l’illuminismo si faceva convinto promotore, escludeva dai suoi orientamenti l’evoluzione della donna. Era evidente una profonda frattura fra l’oggettiva crescita intellettuale e sociale delle donne e l’immagine che la cultura del tempo persisteva nel dare ad esse”.
Infine, con lungimiranza, l’autrice pone l’accento, e da qui l’originalità del libro, su come i rivoluzionari napoletani furono gli eredi e continuatori di una certa tradizione illuministica autoctona troppo spesso sminuita e sottovalutata.
Ersilia Di Palo regala così un volume prezioso che non deluderà i lettori e li terrà inchiodati sin all’ultima pagina.
L’approccio della nostra relatrice Eleonora ci offre uno sguardo critico ed intelligente che sa scorrere ed analizzare in maniera trasversale il libro sulla vita dell’altra Eleonora, consegnandoci un punto di vista assai completo.
l’articolo è molto avvincente, tanto da spingerci irresistibilmente a tuffarci nella vita di questa grande donna la cui vita ha segnato una parte della storia della nostra città.
Grazie Luigi. Onorata di questo giudizio lusinghiero. Ersilia è stata molta brava, consiglio vivamente la lettura di questo libro. A presto!